In questi giorni confusi pare che sia tornato di moda Kant. Ha cominciato Umberto Eco al Palasharp, dicendo ironicamente che se lui fa tardi la notte, e' per leggere Kant.
Gli ha risposto polemicamente Giuliano Ferrara usando la metafora kantiana del "legno storto dell' umanità che non può essere raddrizzato" ; ha continuato Eugenio Scalfari nell' editoriale di ieri su Repubblica, parlando di "legno marcio" e difendendo ovviamente Eco.
Ho visto Ferrara andare alla manifestazione da lui organizzata, sventolando con le mani grassocce un volume delle opere di Kant dalla copertina bianca.
Cosi' in questo ultimo fine settimana io e mio padre abbiamo parlato di Kant senza pero' fare tardi la notte ed io ho rispolverato il vecchio manuale di Geymonat del liceo e ho visto che le pagine riguardanti Kant erano quelle più consumate.
Oggi pomeriggio ho guidato a lungo in autostrada dal Sud verso Roma pensando ai miei guai, ed ogni tanto nei miei pensieri si affacciavano mio padre e Kant.
C'erano lunghe colonne di tir ed il sole splendeva. Pensavo a Kant ed al suo settecentesco codino. Sopra la campagna laziale le cornacchie in volo facevano acrobazie.
Questa sera mi sento un legno storto contro il cielo stellato.
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