Caduto in mare come in un sogno. Aveva ragione Conrad. La nave non c'e', la zattera neppure.
Gericault chissà come mi dipingerebbe. E pensando a lui mi viene in mente mentre galleggio che non sono mai stato al Louvre. Ancora il rumore dei gabbiani sopra la mia testa. I miei amici sono tutti morti e i miei parenti pure. Marinaio, fattene una ragione e continua a nuotare.
Anche se non vedi la terra anche se il Sole solo qualche volta ti e' amico. La mia giubba e' tutta bagnata e le alghe ci sono cresciute sopra. Una giubba di alghe e piccoli pesci intorno alle mie gambe. Vorrebbero che andassi giu' dolcemente, sempre più a fondo e con liberazione, manco fossi Martin Eden. Ci ho pure pensato e mi sono guardato dentro uno specchio, but between grief and nothing , I will take grief. Così non sono Martin Eden ma forse qualche altro personaggio e allora mi tocca continuare a nuotare. Sperare che esista l'isola che non c'e', sperare di avvistarla prima o poi e dimenticarsi dei morti. Marinaio fattene una ragione e continua a nuotare. Pero' che disdetta non essere mai stato al Louvre. Che tristezza sapere che ho sprecato tanti dei miei baci e che quando mi chiamavano per nome io ero sempre da un'altra parte. Adesso nuoto nella vastità dell'oceano ma non sono così giovane come avevo sperato.
Aveva ragione Conrad. Aveva ragione Faulkner. Forza Gericault, dal Paradiso dei Pittori alza il pennello e dipingimi.
Giuro che se sbarco sull'Isola che non c'e' come prima cosa faccio l'amore con Wendy sotto gli occhi di Capitan Uncino.